House—11
Milano | 2022-23 | immagini Cristina Galliena Bohman
Siamo nella zona sud est di Milano, a pochi passi da Fondazione Prada e dallo scalo di porta Romana.
Dopo quasi dieci anni sono ricontattato da una precedente committenza per effettuare l’ampliamento della loro abitazione annettendo l’appartamento limitrofo al loro.
La casa, costruita alla fine degli anni ’60, fin dal primo progetto si confronta con il tema classico del corridoio, declinato con varie funzioni che la contemporaneità rinnega ma che personalmente reputo indispensabili. L’ ingresso e i guardaroba nei disimpegni delle zone notte sono quindi alcuni di questi elementi.
La distribuzione, che si sviluppa su una superficie di 180 mq, trasforma il vecchio appartamento nella zona giorno e il nuovo in zona notte. Le vecchie camere, oltre a creare vicino all’ingresso uno studio/camera ospiti, ampliano la zona living, ricucita con un portale in specchio e un tassello di parquet a pavimento che restituiscono tridimensionalità in un punto molto stretto del living.
Il nuovo appartamento accoglie invece le camere un bagno e la lavanderia, sviluppate su un percorso circolare dove il parquet si scompone cambiando continuamente il senso di posa delle doghe.
Le porte, in entrambe le case, prendono ispirazione da elementi della prefabbricazione di Prouvè declinandosi però con significati opposti. Nella vecchia casa le porte a bilico in legno sono riquadrate dalla monumentalità di profondi portali, nella zona notte sono scorrevoli a scomparsa all’interno delle pareti; quest’ultime giocate su contrasti materici tra riflessi di parti lucide e superfici opache.
La scelta dei materiali è stata guidata da un’idea chiara. Nel vecchio appartamento il rispetto nell’uso di tinte neutre a base grigia a parete e pavimento, ha permesso l’azzeramento dell’involucro. All’interno di questi ambienti si stratifica il vecchio progetto con parti in legno di olmo utilizzate per porte ed arredi, e il nuovo dove gli arredi colorati si confrontano tra loro come ‘ricercati errori’ che ricalibrano il severo involucro ad un più ironico concept della casa.
Il nuovo appartamento abbraccia l’idea di giocare in modo opposto. Il legno è relegato al pavimento, il colore è utilizzato per creare delle microarchitetture all’interno delle camere dove arredi fissi e porte sono in mimesi con le pareti distinguendosi solo per differenti gradi di riflettenza con superfici tra l’opaco e il semilucido.
Alcuni arredi su disegno infine rispecchiamo passioni che si sono snodate negli anni. L’interesse per alcuni elementi di Charlotte Perriand, e un piccolo richiamo ad un classico di Giotto Stoppino che riflette le mie origini.
L’utilizzo del colore invece rappresenta piccole storie domestiche, i figli riconoscono nel colore la loro personalità mentre i genitori riconosco le loro personalità eterogenee con una riga che idealmente divide la camera.
Completano il progetto alcune mie piccole attenzioni nel voler pensare la lavanderia come una scatola uniforme e nel voluto errato utilizzo delle piastrelle nel bagno che si trasformano in milanesissime losanghe.